15 settembre 2008

Militari


Vengo da un Paese la cui storia è macchiata di sangue per colpa dei militari.
L'esercito argentino, dopo l'indipendenza dalla Spagna, ha continuato per decenni una lunga serie di guerre fratricide sia contro gli stati vicini sia contro i propri cittadini.
Fra le vittime: i gauchos federali; tutta la popolazione nera mandata a morire nella guerra contro il Paraguay (l'Argentina è l'unico paese latinoamericano a non avere più abitanti di origini africane); i popoli indigeni soprattutto della Pampa e della Patagonia (ma neanche gli altri sono stati trattati troppo bene); gli operai, i sindacalisti, gli studenti, i giornalisti, gli oppositori dagli anni '20, quando in teoria eravamo già una democrazia, in poi.
14 colpi di stato militari in 80 anni. Mica roba da poco.

L'unica guerra che i tronfi militari argentini dovevano vincere, l'hanno persa miseramente. Si trattava di legittimi diritti di sovranità territoriale, quelli sulle isole Malvinas (che gli europei si ostinano a voler chiamare col loro nome colonialista ovvero falklands) riconosciuti persino all'ONU. Ovvio che non appoggio l'uso della forza per risolvere conflitti internazionali (in quel caso si usò una legittima rivendicazione per una campagna propagandistica meschina). Tanto più che i generali alcolizzati mandarono i giovani e inesperti soldati di leva del nord equatoriale a morire sgozzati dai mercenari ingaggiati dagli inglesi.
Tiranni, repressori, assassini e persino vigliacchi.

Tutto questo per dire cosa? Che la retorica militarista va combattuta con energia perché storicamente non porta a null'altro che alla catastrofe. E le società militarizzate sono estremamente pericolose, soprattutto se appartengono a stati armati fino ai denti.

Con questo post -visto che ne avevo parlato poco tempo fa- voglio far conoscere il problema di un'associazione israeliana di obiettori di coscienza. Obiettori che rischiano molto, moltissimo proprio perché Israele è uno stato estremamente militarizzato e armato fino ai denti e anche di più.

Si chiama New Profile e molto probabilmente subirà un processo penale.
Poiché gli obiettori israeliani sono voci zittite e perseguitate nel loro paese, perché hanno deciso di opporsi alla logica distruttrice del militarismo, e poiché togliendo loro la voce si toglie spazio anche alla speranza di una vera sincera e duratura pace in Medio Oriente, credo sia giusto almeno far sapere che ci sono. Che non se la passano per niente bene. Che hanno bisogno del nostro appoggio.

"Beati i costruttori di pace" disse Gesù, no? Ecco. Cerchiamo di fare in modo che siano beati anche qui sulla terra e non solo nel regno dei cieli...


P.s.: se siete d'accordo con quanto scritto sopra, spero converrete sul fatto che anche il movimento vicentino "No Dal Molin" debba essere appoggiato e difeso. Il militarismo italiano puzza sempre di più e il problema serio è che nonostante l'evidenza, in Italia non è per nulla evidente (colpa anche della stupidità della sinistra ormai extraparlamentare, tutta quanta. E di quella cosa, quell'ameba incolore, che si fa chiamare "PD").


"Occhio per occhio... e alla fine il mondo diventa cieco"

Ora siamo molto miopi, cerchiamo almeno di metterci gli occhiali...


P.s.: consiglio caldamente di vedere un film uscito pochi mesi fa al cinema. Un bel film, statunitense, che ha pure incassato parecchio. Si chiama "Nella valle di Elah" ("In the valley of Elah" o, in spagnolo, "En el valle de Elah") , con un bravo Tommy Lee Jones come protagonista. Poi mi dite...

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