12 settembre 2008

Chi sono i terroristi?

Proprio in questi giorni, mentre il mondo ricorda (solo) l'11 settembre statunitense, gli Stati Uniti d'America, i "campioni della democrazia e della libertà" stanno fomentando l'instabilità in America Latina (cosa in cui sono da sempre altamente specializzati).

Precisamente in Bolivia -colpevole di avere un presidente indigeno e socialista, Evo Morales- e in Venezuela -colpevole di avere un presidente socialista e integrazionista, Hugo Chávez Frías. Anche se a volte quest'ultimo se le va a cercare, nonostante abbia ragione: se ogni tanto fosse un tantino più diplomatico, meno populista e un po' meno rozzo, avrebbe certamente un sostegno ancora più forte (dopo il brasilano Lula, è proprio Chávez il politico più amato dai latinoamericani) e forse qualche problema in meno (almeno in casa)...

Ieri la Bolivia ha dichiarato "persona non grata" l'ambasciatore yankee, ritenuto colpevole di aver appoggiato i gravi scontri che stanno avvenendo in alcune province separatiste (guarda caso appoggiate dagli Stati Uniti. Forse perché hanno risorse strategiche?). In solidarietà con la Bolivia, oggi anche il Venezuela ha espulso l'ambasciatore di Washington.

Piena solidarietà al governo della Bolivia è stata espressa anche dal Brasile -che lentamente sta emergendo come potenza regionale, e spero si dia una mossa nel voler assumere a pieno questo ruolo- dal Cile e dall'Argentina che ha pure accusato l'ingerenza estera (= Stati Uniti).

Anche l'Honduras ha pesantemente modificato le proprie posizioni diplomatiche con gli yankee in seguito alla destabilizzazione della Bolivia.

E fra pochi giorni è previsto un vertice politico dell'UNASUR (l'Unione degli stati dell'America del Sud) per dare pieno appoggio al governo di Evo Morales.

I tempi sono cambiati, stramaledetto Zio Sam.


In un'ottica di vera integrazione, è importante anche la notizia di pochi giorni fa che ha visto Argentina e Brasile firmare un accordo commerciale in ambito Mercosur per abolire l'uso del dollaro statunitense come valuta di scambio nelle relazioni commerciali.

Ah, piccolo motivo di orgoglio, è la vittoria populista (ma sempre di vittoria si tratta) che ora vede il web latinoamericano più "latinizzato". Ovvero: adesso i suffissi governativi sarano (ad esempio quello argentino) .gob.ar invece di gov.ar (in spagnolo) e per la prima volta sarà possibile utilizzare caratteri speciali anche nelle stringhe, spagnoli e portoghesi, come: ñ (soprattutto questa), ü, ç e l'accento circonflesso.


por la Patria Grande Latinoamericana:

¡FUERA YANKEES!

Nessun commento: