24 agosto 2008

Ramallah

Dimenticavo di dire che ieri sera all' AIC di Beit Sahour abbiamo visto un film israeliano. Non era sull'occupazione ma in qualche modo l'argomento veniva sfiorato. Il film si chiama "Close to home" (vicino a casa) ed è ambientato a Gerusalemme. E' la storia di due soldatesse di leva (il servizio militare è obbligatorio per TUTTI e dura 3 anni) che hanno il compito di pattugliare i quartieri arabi di Gerusalemme, chiedendo la carta d'identità ai palestinesi e schedandoli man mano. Un compito ingrato che viene spacciato come necessario per garantire la sicurezza.
Il film non è contro l'occupazione, non è neanche a favore dei palestinesi. Insomma: non tratta temi "politici". La storia è tutta incentrata sull'assurdità di questa unità di sbarbatelle, molte delle quali proprio se ne strafregano della divisa che portano e lo fanno solo perché devono. Il film, tra l'altro, si apre con un episodio di insubordinazione da parte di una delle ragazze che si rifiuta di perquisire una donna palestinese e chiede di essere sottoposta a visita psichiatrica perché il servizio cui è costretta la sta facendo impazzire per davvero. Al rifiuto della superiore, la soldatessa scatena un finimondo facendo saltare tutte le perquisizioni al check point. Cosa che pagherà col carcere.

Insomma: il punto di vista stavolta è israeliano. Il messaggio è chiaro: i soldati di leva stanno letteralmente perdendo le rotelle. Giovani e inesperti, a volte ancora immaturi, sono costretti a caricarsi sulle spalle una pressione enorme di cui farebbero volentieri a meno ma non possono.

Mentre guardavo il film, mi venivano in mente le soldatesse di leva che trovo al gate di Betlemme, quando vado a Gerusalemme. Vedere queste bambine (perché di bambine si tratta, alla fine, anche se hanno 18 anni) costrette a indossare la divisa e portare dei mitra più grandi di loro mi provoca una sensazione di enorme disagio. Dovrebbero stare da tutt'altra parte, che ne so: oltre che in discoteca a ballare sul cubo (piuttosto il cubo che non il check point), dovrebbero stare al bar a bere cappuccino, sdraiate in un prato intente a leggere un libro, a fare due passi in centro con amiche e/o morosi. Piuttosto anche in giro a fare shopping. Insomma: qualsiasi cosa che possa fare una normale ragazza di 18 anni che sia secchiona, punkabbestia, discotecara, fighetta o acqua e sapone...

Conclusione: un altra assurda tessera che va ad aggiungersi ad un mosaico sempre più assurdo e surreale.
Meno male che questa dovrebbe essere la Terra Santa. Non voglio neanche immaginare se fosse stata la Terra Maledetta...


Ah... A proposito di terra maledetta, l'altro ieri a Gerusalemme ho visto la mitica Geenna!!! quella dove "vi sarò pianto e stridore di denti". Ovvero, quella che nel Nuovo Testamento è l'INFERNO!!!
La Geenna sarebbe l'antichissima discarica di Gerusalemme, situata a sud del monte Sion. Oltre ai rifiuti, la gente vi gettava i cadaveri di chi non aveva ottenuto il permesso per la sepoltura. Così, per evitare il difondersi di malattie, i cadaveri ed i rifiuti venivano incendiati e c'era, così, un incendio perenne. Ecco l'immagine dell'Inferno che più ci è familiare.
Oggi la Geenna è un quartiere sfigato (e come potrebbe non esserlo, con un simile passato!) fuori dalle mura di Gerusalemme, vicino alla valle del Cedron. E', appunto, situato a sud ma bene o male fa parte di quella che dovrebbe essere Gerusalemme Est, quindi in zona Palestinese. Forse solo quei poveri diavoli degli abitanti (passatemi la battuta) sono palestinesi, perché la zona è ormai in mano israeliana. Insomma: Israele vuole tutto per sè, pure l'inferno...

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Oggi pomeriggio ho fatto un giretto a Ramallah, la capitale de facto dell'ANP (anche se i Palestinesi non molleranno mai -e con tutte le ragioni di questo mondo- i reclami di sovranità su Gerusalemme Est). In teoria dovrebbe essere qui vicino, è solo a 20 km. In pratica, però, ci ho messo quasi 1 ora e mezza. Il motivo? Dovrebbe essere chiaro, ormai, dopo un mese abbondante che mi sopportate. Sì, i check point. Ma anche il Muro, gli insediamenti, e tutti i vari ostacoli che costringono i Palestinesi a percorrere strade secondarie spesso in condizioni disastrose.
Oggi ho voluto provare a vedere se, cambiando un attimo il look, i negozianti mi avrebbero scambiato ancora per turista oppure no.

Piano di fantozzi: 2 kg di gel di qualità scadente, pettinatura da tamarro, occhiali da sole, pantaloni di lino scuri non stirati, camicia a righe e quadretti azzurri con le maniche tirate su e sbottonata sul petto, e cintura con fibbia vistosissima.
Risultato: la gente mi parla in arabo e i negozianti non mi cagano neanche di striscio. Piano riuscito. Domenica prossima riproverò ad andare alla spianata delle moschee e vediamo se ci cascano anche le guardie! Intanto, ho saputo che nemmeno Abu Wahid mi ha riconosciuto... Sono sulla buona strada.

Ramallah è una città molto diversa da quelle che ho visto finora. Se Betlemme è pacifica, Hebron psicopatica, Nablus orgogliosa e conservatrice (Jenin, da quanto mi hanno detto, è stata ridotta ad un misero villaggione tendente all'incazzoso, per colpa di un'occupazione israeliana sadica che l'ha quasi rasa al suolo trucidando un sacco di gente), Ramallah è la più commerciale e meno araba. Secondo wikipedia, prima della Prima Intifada era conosciuta come "la Parigi della Cisgiordania" per la sua vita mondana, i suoi negozi e i suoi caffé. L'ambiente è più o meno lo stesso, anche se il paragone con Parigi è molto azzardato. (Buenos Aires sì, ecco, può fregiarsi con tutti gli onori del titolo di "Parigi latinoamericana", per la grande somiglianza anche architettonica con la capitale francese).
Tuttavia, Ramallahmi è sembrata più "tranquilla" per quanto riguarda l'occupazione, e più vivace per lo stile di vita dei suoi cittadini, sicuramente un po' più occidentalizzati e laici. Sempre secondo wikipedia -ma non ho appurato- il sindaco di Ramallah è una donna cattolica.
Alla faccia di chi dipinge gli arabi come dei misogini primitivi estremisti!!!

Non ci sono stato molto, ho girovagato per un paio d'ore godendomi anche il mio aspetto veramente palestinese e spiaccicando ogni tanto anche qualche parola in arabo giusto per non destare sospetti, he he! Però, ecco, almeno il mausoleo di Arafat volevo vederlo...




Ah...ho incontrato il miglior vigile urbano della storia. Purtroppo non riesco a caricare il filmato, ci riproverò. Non anticipo nulla...


p.s.: amo Al-Jazeera!!!!!!! In questo momento sta passando in diretta il campionato argentino di calcio, Boca Juniors vs. Lanús! (e i commenti sono in inglese, così almeno li capisco). E la partita mo' me la guardo sorseggiando un buon bicchiere di vino palestinese, di Betlemme... Eh già esiste ed è pure buono! he he!





(pubblicità della birra Taybeh a Ramallah)


P.s.: ho sguinzagliato un collaboratore free-lance a Gaza che mi darò importanti informazioni di prima mano sulle opinioni dei locali riguardo l'arrivo nella Striscia delle due navi pacifiste.

P.p.s.: mmmm... in realtà non ho sguinzagliato nessuno, il tizio free lance a Gaza c'era già e quindi gli ho chiesto questo "piccolo" favore...

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