29 luglio 2008

News

Sto leggendo le notizie sull`Italia (militari nelle strade, pensionati senza pensione per colpire gli stranieri, fiction leghista della rai su Alberto da Giussano) e, da qui, a volte non capisco chi stia peggio. Credo voi.

Al CCRR mi hanno detto che domani non si lavora: per i musulmani e` festa (l`Ascensione al cielo di Maometto, che avvenne nel luogo dove oggi sorge la famosa moschea Al-Aqsa, a Gerusalemme est)! Forse ne approfittero per fare un salto ad Al-Quds (o Gerusalemme) perche dicono che ci sara un gran festival.

Massimo, il mio "collega" che ora e` a Jenin, mi diceva che dopodomani all`Universita di Betlemme c`e la fine del Master in Cooperazione allo Sviluppo. La cosa e` importante perche` e` il nostro master gemello, quindi e` un`ottima occasione anche per confrontarci con i nostri "colleghi" futuri cooperanti palestinesi.

In questi giorni sta succedendo un po` di tutto: dopo le esplosioni di Gaza, come vi dicevo e` scattata la rappresaglia di Hamas con l`arreso di decien di simpatizzanti di Fatah. Che per conto suo nega ogni coinvolgimento. L`ANP, da Ramallah, condanna gli attacchi e chiede calma, invitando a non esasperare le forti tensioni politiche. Tuttavia, le forze militari palestinesi (di fatto controllate da Fatah) hanno arrestato in Cisgiordania vari militanti di Hamas. Uno, invece, e` stato ucciso da militari israeliani dopo che aveva aperto il fuoco contro civili israeliani (non ho capito se fossero coloni o no).
Qui a Betlemme per ora sembra tutto tranquillo anche se ieri sera, nell`immediata periferia, qualche decina di poliziotti e militari palestinesi pattugliava le strade. Forse a Milano o a Napoli la situazione non e` poi cosi diversa...

Negli ultimi giorni ci sono state varie incursioni di militari israeliani in tutta la West Bank. A Hebron hanno chiuso senza motivo alcune fabbriche, requisendo i macchinari. In alcuni villaggi hanno ucciso o arrestato alcuni civili. Un uomo e` stato ucciso a Hebron dopo la demolizione di una casa. Ad uno dei tanti checkpoint, invece, si e` verificato l`ennesimo parto: pur avendo la precedenza, spesso i soldati israeliani bloccano pure le ambulanze.

A Gerusalemme est (e in altri villaggi) i militari israeliani hanno malmenato manifestanti che si opponevano alla demolizione di case. Sempre a Gerusalemme est, stamattina hanno piazzato candelotti di dinamite in un edificio palestinese di sei piani: l`espansione degli insediamenti continua senza sosta. Un paficista canadese, in seguito ald una manifestazione, e` stato espulso dal paese. Tuttavia, alcuni politici israeliani hanno detto che Israele deve scegliere se fermare il terrorismo o rafforzarlo. E che continuare a costruire insediamenti a Gerusalemme est va nella seconda direzione. Identica la posizione di pacifisti israeliani, tra cui alcuni coraggiosi rabbini.

Vicino a Hebron l`altro ieri si e` verificato l`ennesimo attacco di coloni israliani (un nutrito gruppo di violenti ultraortodossi) contro bambini palestinesi. In questo caso erano bambini di un summer camp che, per raggiungere una localita vicina, dovevano per forza passare per l`unica strada ovvero quella vicina all`insediamento. Il passaggio ha causato un fitto lancio di pietre. Alcuni ragazzini ebrei, usciti dall`insediamento, hanno pure pestato un pacifista statunitense che filmava la scena. Ecco foto e articolo: http://www.maannews.net/en/index.php?opr=ShowDetails&ID=30855

Nei mesi scorsi la Knesset (il parlamento israeliano) aveva "raccomandato" ai militari di scortare gli alunni palestinesi di Hebron per proteggerli dalla violenza dei coloni, che si verifica molto spesso. I soldati, pero, fanno sempre finta di niente oppure spariscono (come l`altro ieri) lasciando carta bianca ai coloni. Oggi una delegazione di diplomatici del Dipartimento di Stato degli USA e` sul posto per una verifica.

Continuano i frequenti incontri fra il primo ministro israeliano Olmert e il presidente palestinese Mahmoud Abbas (o Abu Mazen, vecchio nome di battaglia) per trovare una soluzione a questo annoso conflitto. Il palestinese medio, pero`, non vede alcun miglioramento. Anzi: se da un lato l`ANP sembra stia cercando di creare una situazione "normale" (ovvero: esistere non solo sulla carta ma avere reali poteri), le frequenti incursioni e azioni militari e politiche israeliane ne minano la credibilita fra i palestinesi.

Sono sicuro (e alcuni li ho conosciuti) che fra gli israeliani sono molti quelli che non vedono l`ora di trovare una soluzione accettabile per tutti e molti quelli che si battono affinche sia concesso anche ai palestinesi di vivere in pace e godere dei diritti di cittadinanza e di esseri umani. Ma qui, purtroppo, gli unici israeliani che potrai mai vedere sono i coloni e i soldati. E in entrambi i casi e` meglio non incontrarli.
Ho visto coi i miei occhi che anche fra i soldati di leva israeliani ci sono ragazzi capaci di sorridere e di trattare i palestinesi come persone e non come cammelli. Ne ho visto solo uno ma vuol dire che ci sono. E come scrivevo qualche giorno fa, non tutti i coloni sono ultranazionalisti. Il problema non e` tanto la singola persona che ti trovi davanti quanto tutto il gruppo che c`e` dietro (ovvero lo Stato Sionista): agli israeliani e` vietato di entrare nei Territori e per uscire dagli insediamenti devono sempre essere scortati dall`esercito. I soldati di leva, del resto, devono adeguarsi agli ordini che ricevono. Il rifiuto o l`obiezione di coscienza si paga a carissimo prezzo.
In una situazione come questa, cercare il dialogo e soprattutto costruirlo e` quasi una missione impossibile. Pero c`e`chi ci prova e non perde la speranza. IL CCRR e` fra questi.
Per chi non lo conoscesse, segnalo anche un progetto molto interessante sostenuto anche dalla nostra Rete Radie Resch (dal gruppo di Verona): si chiama "Fiori di Pace" e si propone di far incontrare adolescenti israeliani e palestinesi in terra neutra, ovvero in Italia. Su Rai3 ho visto qualche mese fa uno speciale dedicato a questa importante e coraggiosa iniziativa. Per maggiori informazioni (e vedere i video): http://www.fioridipace.org/joomla/index.php

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L`altro ieri sera, su Al Jazeera in inglese, ho seguito un interessante programma intitolato "Cibo di strada", che mostra ai telespettatori il mondo variopinto che c`e` dietro a quello che ci puo sembrare il piu comune dei cibi (panini, piadine o falafel, kebab, e via dicendo). Questa puntata era dedicata a Gerusalemme dove, diceva la giornalista, anche la piu comune delle cose diventa motivo di scontro: il cibo, appunto. La presentatrice ha passato in rassegna alcuni dei cibi che, oltre ad essere delle gustose specialita culinarie, sono veri e propri simboli che contribuiscono a tenere viva l`identita culturale dei palestinesi e la loro al-Muqawama (Resistenza): oltre all`immancabile pane arabo e ai falafel, i kebab (che in realta sono degli spiedini), lo shawarma (che sarebbe quello che noi chiamiamo come kebab), vari dolcetti a base di pistacchi, miele o sesamo, e soprattutto l`immancabile hummus, ovvero un piatto a base di ceci, olio d`oliva e za`atar (timo). Abu Wahid mi diceva che i palestinesi sono noti per usare olio d`oliva e za`atar in cucina. Non avrei pensato che proprio l`uso di questa pianticella aromatica potesse essere una cosi grossa fonte di conflitto: non ho capito per quale motivo ma il governo israeliano requisisce o distrugge spesso e volentieri i campi di timo dei palestinesi. (Tra l`altro, ho visto che alcuni progetti di commercio equo e solidale finanziano proprio la coltivazione e la vendita di questa spezia contesa. Vedi http://www.palestinianfairtrade.ps/italian/index.php)

Altro motivo di scontro e` l`accusa che i palestinesi rivolgono agli israeliani, cioe di "rubare" i cibi tradizionali. Il fatto e` che essendo un paese giovanissimo e molto ma molto frammentato, non esiste una vera e propria "cultura israeliana"; per cui la si sta creando ora. Idem in cucina. Un cuoco israeliano di Gerusalemme, infatti, diceva che non esiste una "cucina tradizionale israeliana" ma si attinge sia dalle culture portate in Israele dagli immigrati ebrei, sia dalle tradizioni culinarie dei paesi vicini (Palestina, Libano, Giordania, Egitto, Siria, ecc).

Ora, non so come stiano effettivamente le cose (se, ad esempio, ci sia una specie di negazione da parte israeliana dell`origine araba di alcuni ormai "loro" cibi, come l'hummus appunto), quindi parlo da ignorante. Sono pero` d`accordo con quanto dice il cuoco israeliano nell`intervista: "non si puo `rubare` un cibo". Prendere spunto, copiare, introdurre novita` nella propria cultura e cucina non e` "rubare" ma arricchire e confrontare. Sarebbe buffo, credo, se gli italiani accusassero gli argentini di aver "rubato" pasta, farinata e focaccia genovese, ravioli e gnocchi. Altrettanto potremmo dire noi latinoamericani agli europei (e a mezzo mondo), accusandoli di averci rubato pomodori, patate, tabacco, cacao, arachidi, mais, peperoni, melanzane e quant`altro.
(Nonostante sia vero...)



P.s.: poiche scrivo di getto e spesso senza rileggere, e poiche su questa tastiera non ci sono le vocali accentate, chiedo scusa per eventuali e sicuri errori sia di battitura che grammaticali. Come disse Di Pietro: "L`importante e` farsi capire"!

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