18 luglio 2008

CCRR

Oggi e il primo giorno di lavoro al Centro.
Mi sveglio presto, ma senza volerlo. O meglio: mi svegliano... Abito proprio dietro la moschea di Yasser Arafat Street e quindi, all`aurora, il canto roboante del muezzim che chiama alla preghiera dal minareto sveglia Betlemme e me. Dovro` abituarmici presto, visto che lo devo sentire cinque volte al giorno.
Confesso, pero`, che e` un canto piacevole e melodico quindi non disturba affatto. Anzi: un po` mi mette pure di buon umore.
All`ora stabilita mi alzo, mi sparo un gran caffe arabo per acquistare un po` di forze e scendo. Vicino ai gradini della scala di pietra trovo Noah e Abu Wahid (stavolta solo con la papalina in testa) che chiacchierano seduti al fresco. Salutano e ricambio e Abu Wahid, gentile come sempre, mi offre del latte e biscotti. Chiacchierano un po`, in arabo e a volte in inglese per farmi capire.
Abbiamo tempo, il centro e` proprio vicino ma, visto che Noah e` venuto in auto a prendermi, lo seguo.

Il CCRR e` sulla strada della moschea, solo un po` piu in la. Siamo i primi (il capo arriva sempre per primo, anche a Betlemme) e quindi e` tutto spento. Noah mi mostra gli uffici, mi spiega cosa pensa di farmi fare e, un po` alla volta, arriva il personale. A parte Noah (e me, ora) sono tutte donne, e piuttosto giovani. Ci sono due straniere (Carola, tedesca, e Tsegha, tedesca-eritrea) e tre palestinesi (Lina, Shireen e Yara), che indossano il velo. A Betlemme non e` affatto insolito vedere donne vestite alla occidentale e senza velo; le mie "colleghe", invece, preferiscono indossarlo. Poi arrivano anche Amer e Ibrahim, che pero se ne vanno subito per andare dai bambini del Summer Camp.
Noah mi presenta, fa il punto della situazione e chiacchierando col suo staff concorda che il mio principale compito sara` quello della valutazione qualitativa di un progetto molto interessante chiamato "Young Negotiators Program". Consiste in una serie di training nelle scuole (eta` 12-16 anni) delle principali citta palestinesi per docenti e per studenti. Lo scopo e` di farli familiarizzare con i metodi nonviolenti di risoluzione e trasformazione dei conflitti, partendo dalla loro quotidianita e soprattutto dalla scuola. L`occupazione israeliana e` molto dura e i nervi sono spesso a fior di pelle. Non e` raro che molti ragazzini dei campi profughi, ad esempio, sfiniti e depressi per la situazione insostenibile, decidano di diventare "martiri" (= kamikaze), andando a contribuire alla spirale di violenza senza fine fatta di attacco-rappresaglia-vendetta-rappresaglia-...

Lo scopo principale del centro di Noah e` proprio questo: trasformare il conflitto, risolverlo usando la creativita del metodo nonviolento e formare delle persone pronte per il dialogo ed il confronto, anche in situazioni al limite. Lo sforzo e i buoni risultati ottenuti hanno valso al CCRR lo scorso anno un prestigioso premio internazionale da parte della WANGO (World Association of Non-Governmental Organizations), che raggruppa oltre 70.000 ong di tutto il mondo...

Bene. Al lavoro. C`e` un sacco di materiale, di dati, di statistiche e questionari. Cio che manca e` proprio un metodo di valutazione qualitativa dei dati e quello appunto sara il mio terreno nei prossimi mesi. Quindi meglio iniziare...

Nel pomeriggio approfitto per andare a fare un giro in centro, per conoscere la citta e comprare un po di cose. Capito proprio nel bel mezzo del mercato, quindi tra una folla di bambini, donne vestite secondo i precetti islamici ma anche no (canottiere e jeans attillati si vendono anche qui, e si mettono in mostra sui manichini nelle vetrine). Ci sono cianfrusaglie di vario tipo ma anche verdura, sacchi di legumi, pentole, pane arabo e accessori per la casa. Mi inerpico tra le strette vie di Betlemme e cerco di immaginarmela come doveva essere ai tempi di Gesu. E impossibile non pensarci. Ogni cosa qui in questa terra ti richiama alla memoria i Vangeli, il Vecchio Testamento e anche il Corano. Che uno sia credente o meno... (basti pensare alla parte storica... Oh: qua ci sono citta` fondate agli albori dell`umanita`, come Gerico o Gaza...).
Capito anche nei paraggi della Basilica della Nativita: zona iper turistica, si vede e si sente subito non solo per le scritte occidentali, l`aspetto piu curato e i richiami alla cristianita`ma anche per i numerosi negozi di souvenir, tutti spopolati di gaente e pieni di oggetti... La Seconda Intifada, iniziata quasi 8 anni fa dopo la celeberrima provocatoria "passeggiata" di Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee, ha avuto come conseguenza migliaia di vittime tra le quali anche l`economia palestinese...

Torno a casa carico di sacchi e sacchetti, metto giu la roba e sgranocchio qualche cosa.
In serata faccio un giro con Abu Wahid nella zona a noi piu vicina, e mi mostra i negozi piu convenienti e i vari prodotti che mi possono servire. Sono quasi tutti nella zona di Jamal Abdul Nasser street. Nasser e Arafat. Due strade con nomi difficili da dimenticare.
Poi mi saluta: il muezzim canta, e` ora della preghiera.

Ah, ora ho anche la tv satellitare: 670 canali, di cui almeno 650 in arabo. Di quelli in lingue a me comprensibili guardo principalemente la BBC e Al Jazeera in inglese... Per la cronaca: i programmi arabi non sono tanto diversi da quelli occidentali: quiz, televendite, programmi per bambini, telenovelas e varieta. Le uniche differenze (oltre alla lingua) sono che gli uomini spesso indossano la kefiah (soprattutto se i programmi arrivano dalla penisola araba) e le donne non mostrano culi e tette (anche se sono truccate e vestite come europee, tranne in qualche caso).

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