10 ottobre 2008

"Bronsa cuerta"...

Mercoledì era "Yom Kippur", il giorno più importante del calendario religioso ebraico. Un giorno dedicato esclusivamente alla preghiera, al digiuno e all'espiazione delle colpe. Ovvero un giorno in cui è vietato fare praticamente tutto. Anche guidare. Il personale dell'ONU e delle ong straniere che lavorano in Israele sono stati caldamente invitati a non muoversi fino ieri notte perchè c'era il rischio molto concreto di essere attaccati da estremisti ebrei e di finire coinvolti in scontri e sassaiole.

Proprio quello che è successo nella città settentrionale di Akko. Una macchina di arabi è stata presa a sassate da giovani ebrei*. L'assalto ha provocato la reazione dei coetanei arabi che, pochi minuti dopo, è sfociata in un violento scontro. Scontro pericoloso perchè Akko è una di quelle città israeliane (come Tel Aviv-Jaffa, Nazareth o la stessa Gerusalemme) dove vivono forti comunità palestinesi. E ancora più pericoloso perchè gli ultraortodossi gridavano ripetutamente "morte agli arabi".

Bisogna vedere ora quali saranno gli strascichi di questo episodio. Di certo c'è che gli estremisti religiosi ebrei stanno guadagnando molto terreno, condizionando pesantemente la vita civile di Israele (ma c'è chi lo nega, anche di fronte all'evidenza). E che tra i palestinesi forse si sta muovendo qualche cosa ma sono ancora segnali impercettibili.

Concretamente: c'è il rischio di una nuova Intifada. O quanto meno di una guerra civile fra palestinesi (a causa della pretesa di Mahmoud Abbas -alias Abu Mazen- di restare in carica oltre il suo mandato). Qualche cosa cova sotto le ceneri. Spero che gli scontri di Akko non siano la premessa. Perché sennò butta proprio male.



*su Al-Jazeera una ragazza ebrea intervistata raccontava di come di solito i non-ebrei (leggi arabi) rispettino queste feste ma che comunque non è corretto imporre a persone di altre confessioni le proprie esigenze. E che, tuttavia, è permesso guidare in casi di emergenze.

La parola che ha usato, "rispetto", credo che qui in Palestina e Israele abbia un altro significato, ossia "paura", paura delle ritorsioni...

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